Colorado, la situazione si fa sempre più critica

Di Emanuele Bompan (testo e foto)

Si fa sempre più critica la situazione idrica del bacino idrico del fiume Colorado. La siccità degli ultimi dieci anni ha drasticamente ridotto la portata del noto fiume americano, che attraversa sette stati prima di varcare il confine con il Messico. La cartina tornasole è il lago Mead, che nel 2019 ha raggiunto livelli minimi, mettendo a rischio la produzione idrica della diga Hoover, oltre che presentando un segnale d’allarme per l’approvvigionamento della California Meridionale, Nevada e Arizona. Data l’inefficienza del governo statale potrebbe a breve intervenire il governo federale, forzando tagli ai consumi obbligatori, invece di quelli proposti volontari, per mettere in sicurezza un fiume che serve 40 milioni di persone e circa 5 milioni di ettari di terreni agricoli.

Lo scontro tra agenzie

La situazione infatti è peggiorata dallo scontro tra due delle principali agenzie idriche dell’area, che faticano ad approvare un piano complessivo detto Dought Plan.”Abbiamo una crisi di approvvigionamento che si è sviluppata a causa della siccità sul fiume Colorado”, ha dichiarato Jeffrey Kightlinger, direttore generale del Metropolitan Water District della California del Sud, che serve diciannove milioni di abitanti in sei contee, tra cui Los Angeles e San Diego. Per aiutare il piano di taglio ai consumi Metropolitan l’anno scorso ha approvato un piano di canali di diversione da svariate decine di milioni di dollari. La seconda agenzia. L’Imperial Irrigation District, un distretto idrico nella contea sudorientale della California, ha annunciato un piano con tagli alle risorse idriche condizionato da un intervento federale da 200 milioni di dollari per il ripristino del lago Sea il più grande della California. Questo ha portato allo stallo di un piano che dovrebbe coinvolgere tutti e sette gli stati rivieraschi.

“Il nostro compito qui è proteggere le persone e l’ambiente della Valle Imperiale”, ha detto Robert Schettler, portavoce del distretto imperiale. Secondo Schettler il Salton è diventato un problema per la salute e l’ambiente a causa della polvere esposta dal lago che si allontana.

“Abbiamo dato a [Imperial Irrigation District] tempo e spazio per continuare a lavorare sulla questione lago Salton, ma ora è tempo di andare avanti”, ha detto Kightlinger.

Cosa succederà?

Il Colorado è alimentato principalmente dalla neve disciolta caduta sulle Montagne Rocciose. Se in passato il fiume ha permesso a grandi città del deserto come Las Vegas e Phoenix di prosperare, il peggioramento dei cambiamenti climatici e la crescita esponenziale della domanda idrica in queste aree metropolitane sta rendendo la possibilità di una crisi idrica un evento sempre più probabile. E non è detto che il piano siccità, anche con i supporto di tutte le autorità possa funzionale.

Alcuni dei migliori indicatori di salute per il fiume Colorado sono il Lago Mead sul confine tra Arizona e Nevada e il lago Powell a monte sul confine tra Arizona e Utah, i più grandi bacini artificiali del Paese. I funzionari degli Stati Uniti ogni mese di agosto elaborano proiezioni per capire se il Lago Mead è in grado di fornire una quantità completa di acqua in Arizona, California e Nevada per il resto dell’anno. Secondo gli esperti, osservando ora i livelli del lago c’è una possibilità di oltre il 50% di superare la soglia di scarsità nel 2020. A soffrirne di più saranno gli stati di Nevada e l’Arizona, che per primi dovrebbero affrontare il primo round di tagli ai consumi idrici. Soltanto la California, avendo la sua quota di montagne da cui proviene l’acqua, potrebbe permettersi di consumare le proprie riserve.