India, peggiora la crisi idrica

Di Emanuele Bompan

L’India sta affrontando la peggiore crisi idrica della sua storia, con 600 milioni di persone esposte a carenza idrica di livello da elevato a estremo, sostiene un recente rapporto di Niti Aayog, un think tank del governo indiano. Attualmente il 40% del paese è colpito da una siccità, il 16% da una siccità estrema. Gli stati che sembrano essere i più colpiti sono Andhra Pradesh, Bihar, Gujarat, Jharkhand, Karnataka, Maharashtra, parti del Nord-Est, Rajasthan, Tamil Nadu e Telangana.  L’80 percento dei distretti del Karnataka e il 72 percento di quelli del Maharashtra sono rimasti senz’acqua con 8,2 milioni di agricoltori che hanno perso il raccolto. I livelli di bacini artificiali in Gujarat sono scesi al di sotto della soglia di allarme, accendendo numerose proteste.

Negli ultimi giorni centinaia di migliaia di persone hanno aspettato in fila le autocisterne governative per la distribuzione dell’acqua per alleviare la sete. Alcune comunità, in particolare quelle delle baraccopoli, hanno atteso fino a dieci giorni prima di ricevere le razioni. E con temperature sopra i 40° in alcuni casi l’assenza d’acqua si è dimostrata fatale.

Ogni anno in India 200.000 persone muoiono a causa della fornitura inadeguata o della contaminazione dell’acqua. E la situazione idrica sta velocemente precipitando. Si stima che ventuno delle principali città indiane rimarranno a corto di acque sotterranee entro il 2020.

Una situazione strutturalmente critica

Le cause di questo aggravarsi del contesto idrico sono molteplici. Innanzitutto la crisi climatica. Secondo la società meteo indiana, Skymet, la stagione pre-monsonica del 2019 è stata la seconda con più bassa piovosità negli ultimi 65 anni. Altrettanto grave è la carenza infrastrutturale del paese, scarsamente dotato di infrastrutture moderne per la gestione idrica e di sistemi igienico-sanitari. Infine ci sono pratiche agricole insostenibili diffuso come l’agribusiness della canna da zucchero, una coltura idrovora, onnipresente in Uttar Pradesh e Maharashtra, a causa del sostegno dei SAP (State Administered Price) del governo, che sussidiano la produzione intensiva. Anche il riso, una coltura ad alta intensità idrica, è spesso coltivato in aree con poca disponibilità idrica, spingendo i contadini a sovra sfruttare le sotterranee.

Il governo non ha ancora preso provvedimenti adeguati. E i media iniziano timidamente a mettere in questione che il governo Modi, recentemente rieletto, stia affrontando seriamente la crisi.