La battaglia di Leshnica
di Christian Elia
Leshnica è una piccola cittadina della Macedonia del Nord, incastonata tra gli affascinanti monti Šar, nella terra di frontiera tra Kosovo, Albania e Macedonia del Nord, con una popolazione in maggioranza albanofona. Un’area così bella da essere un parco nazionale.
Questo, però, potrebbe non bastare a proteggere questo luogo, e la sua comunità, dal business delle microcentrali idroelettriche, un fenomeno che in particolare nella regione della ex Jugoslavia vive un particolare fermento, sia dal punto di vista delle opere da realizzare sia delle proteste delle comunità interessate e della società civile.
Proprio a Leshnica, a fine settembre 2019, attivisti locali e provenienti sia dall’estero che da altre zone della Macedonia del Nord sono arrivati a presidiare il territorio che è interessato da un progetto di centrali. In particolare, ad animare la protesta è il Green Front against the Small Hydropower Plant (Zeleni Front), che il 2 dicembre scorso ha lanciato una petizione online per fermare la costruzione di quattro piccole centrali idroelettriche sul fiume Pena, che scorre in una splendida valle della zona.
L’area è già interessata da 11 piccoli impianti idroelettrici in funzione e, secondo i progetti del govrno di Skopjie, altri 15 sono in previsione. Il Green Front, come detto, si batte in particolare contro i progetti sul fiume Pena e hanno sostenuto che la città di Tetovo e i suoi dintorni potrebbero trovarsi ad affrontare una scarsità di acqua potabile nel caso le opere venissero terminate.
In Macedonia del Nord, come altrove, da parte di istituzioni e aziende interessate, la narrazione è sempre la stessa: quella di vendere le piccole centrali idroelettriche come una soluzione green al fabbisogno di energia. Come altrove, anche in questo caso il fabbisogno è tutto da dimostrare e le procedure – opache – di assegnazione dei permessi non hanno mai previsto l’informazione (e tantomeno il parere) dei residenti.
Che non si sono persi d’animo, supportati da attivisti ed esperti. È stato costituito un team legale per contestare le concessioni e le licenze edilizie, evidenziando le violazioni delle convenzioni di Berna e di Aarhus. Gli ambientalisti del Green Front hanno definito idromafia quella cordata di banche, investitori e politici coinvolti a vario titolo nel progetto.
Sono anni, sette almeno, che gli abitanti della zona, in particolare dei villaggi di di Zhirovnica, Vratnica e Belovište, lottano contro le centrali e in alcuni casi sono riusciti a bloccare la costruzione di piccole centrali idroelettriche sui fiumi da cui dipendono per l’acqua. Si sono registrati blocchi stradali e manifestazioni, addirittura barricate, alle quali arrivava il sostegno anche di albanesi dalle zone di confine, che sarebbero interessate tanto quanto la comunità locale da questi progetti, come delle comunità serbe del Kosovo. Quello che la politica divide, l’acqua unisce.
IL LINK ALLA PETIZIONE
IL LINK AL SERVIZIO DI AL-JAZEERA BALKANS SULLA VICENDA